Attenzione: quella vecchia moneta potrebbe essere la migliore moneta della tua vita

Trovare vecchie monete nei portafogli o nelle tasche di una giacca è normale, soprattutto quando si parla di lire. In questi momenti, accanto alla nostalgia, si palesa anche il fiuto per il possibile business. Esistono, infatti, diversi pezzi che, nel 2025 inoltrato, possono valere cifre molto interessanti. Ovviamente intervengono diversi criteri, tra i quali è possibile citare lo stato di conservazione.

Da non dimenticare sono anche aspetti come la tiratura e il carattere commemorativo. Ciò vuol dire che non è così frequente trovare delle monete rare di effettivo valore, ma nemmeno impossibile. Se sei qui, significa che ti interessa scoprire le caratteristiche di alcune di esse. Perfetto! Nelle prossime righe, parliamo proprio di questo.

Ricordati sempre, prima di partire con la vendita, di rivolgerti comunque a un numismatico esperto, in modo da verificare con sicurezza la situazione delle monete che hai trovato e da prevenire truffe. Dopo questa doverosa premessa, non ci resta che invitarti a seguirci nelle prossime righe, in quello che è, a modo suo, un piccolo viaggio nella storia.

10 lire olivo

Le 10 lire olivo sono molto importanti nella storia d’Italia. Sono state, infatti, la prima moneta da 10 lire a essere stata emessa nel periodo repubblicano (siamo nel 1946). Dopo le 10 lire olivo, sono arrivate le cosiddette 10 lire spiga, rimaste in circolazione fino al 1999, tre anni prima della fine dell’epopea della lira.

Quanto possono valere oggi? Se guardiamo alle varie tirature, quella risalente al 1947, caratterizzata da un numero di pezzi pari a 12000, è particolarmente interessante. Le monete che la compongono, se conservate in fior di conio, ossia prive di segni di usura anche minimi, possono valere oltre 4000 euro. Se si fa un passo indietro all’anno prima, la medesima moneta conservata in fior di conio vale molto meno, attorno ai 750 euro.

Il motivo è molto semplice ed è legato soprattutto alla tiratura che, nel corso dell’anno del referendum per la scelta fra Repubblica e monarchia, era pari a poco più di 100.000 esemplari, un numero decisamente più alto rispetto a quello del 1947 (si può parlare, di riflesso, di monete molto meno rare).

10 lire di Vittorio Emanuele II

Facciamo un passo indietro nella storia, un salto che ci porta dagli albori della Repubblica a quelli del regno d’Italia, nel 1861. A quell’anno risale un’altra moneta da 10 lire di grandissimo valore oggi, le cosiddette 10 lire Vittorio Emanuele II. Coniate in oro, sono altrimenti note come “10 lire testa piccola“.

Nel 1863 e nel 1865, sono state invece coniate le 10 lire note come “testa grande”. Le 10 lire Vittorio Emanuele “testa piccola” possono, oggi come oggi, valere, se conservate in stato splendido – condizione associata all’acronimo SPL – fino a 20.000 euro. La medesima moneta, considerata rara, conservata in stato bellissimo – acronimo BB – vale attorno agli 8000 euro.

Molto diversa è la situazione quando si guarda alle 10 lire “testa grande” del 1863. Il valore medio massimo è quello del pezzo conservato in fior di conio, che corrisponde a circa 300 euro. Una cifra interessante, non c’è dubbio, ma imparagonabile a quella delle primissime 10 lire del regno d’Italia.

10 lire Vittorio Emanuele III

Le monete da 10 lire sono davvero molto interessanti per chi ha il desiderio di guadagnare qualcosa da quello che trova nei vecchi salvadanai. Dal 1861 facciamo un salto in avanti di qualche decennio, arrivano al periodo tra il 1910 e il 1912, con le cosiddette 10 lire Vittorio Emanuele III.

I pezzi risalenti al 1912, noti anche come 10 lire aratrice, considerate rarissime – acronimo R3 – hanno oggi un valore che, a ragione, si può definire strabiliante. Con una tiratura inferiore ai 7000 esemplari, se conservate in fior di conio possono valere 9000 euro. Se si guarda ai pezzi in stato splendido, invece, siamo attorno ai 6500 euro.

Da lasciare a bocca aperta è il valore delle 10 lire Vittorio Emanuele III emesse nel 1927 in poche decine di esemplari – per numismatici – che, se conservate in fior di conio, possono valere fino a 28.000 euro (sì, si tratta di monete che è molto difficile trovare nel portafoglio della nonna quando si mette in ordine la soffitta).

Dove vendere le monete antiche

Quando ci si chiede dove vendere le monete antiche trovate in soffitta, è bene ricordare il fatto di evitare i siti generalisti. Attenzione: questo non vuol dire che siano illegali, ma non permettono di avere la certezza del giusto valore del pezzo. Ideale è puntare su portali specializzati in collezionismo – uno dei più celebri è Catawiki – che si distinguono per la presenza di uno staff di valutatori esperti.

Viene chiesta una commissione, ma si ha la certezza, come già detto, della presenza nello staff di esperti che monitorano pezzo per pezzo, modificando eventualmente, se lo ritengono opportuno, il valore di vendita o di partenza dell’asta messo in primo piano dal venditore al momento del caricamento delle informazioni sul prodotto.

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