Se, rovistando tra i vecchi tiretti, ti è capitato di scovare una vecchia moneta da 20 centesimi, potresti aver avuto una gran fortuna. Alcune monete, rispetto ad altre, hanno un valore superiore, come ad esempio, quella di cui parliamo oggi, prodotta dalla Zecca dello Stato di Torino, nel 1863.
E’ una moneta molto rara, a causa del fatto che ne furono prodotti solo 500 esemplari. Per poi, essere rimpiazzata con una dall’identico valore nominale. Due monete, che in apparenza possono assomigliarsi, ma che in realtà sono molto diverse, soprattutto, per quanto riguarda il valore finale. Una delle due, è un vero tesoro.
Ma per comprendere meglio la situazione, e giungere alla risposta che cerchiamo, si devono analizzare diversi aspetti. E siamo oggi, qui, proprio per fare questo. Alla fine, ne usciremo sicuramente più informati, e consapevoli del fatto, che un ritrovamento del genere, può cambiare la vita di chiunque.
20 centesimi detti Valore
Questa moneta, in particolare, è stata coniata dalla zecca di Milano, nello stesso anno della precedente, con una tiratura di 10 milioni di esemplari. Da un lato presentava il profilo del Re e sul retro il valore numerico. Un pezzo da 20 centesimi, che è stato in circolazione fino al 1884, e fino all’avvento della moneta di nichelio.
Oggi, sul mercato, di questa moneta, si trovano esemplari di valore, che partono da una cifra di 15 euro e arrivano fino ai 90 o al massimo 100 euro, sempre a seconda dello stato di conservazione. E poi, una seconda differenza, con le “sorelle” di maggior valore è l’aspetto del Re.
In queste, Vittorio Emanuele è raffigurato con il collo corto, mentre in quelle coniate durante il Regno di Sardegna, il Re d’Italia aveva il collo lungo. Questa variante, è quella molto ambita dai collezionisti di tutto il mondo. Forse, anche per questo, ha un valore decisamente superiore rispetto all’altra.
E poi ci sono i 20 centesimi del 1863
Questi invece, sono quelli che potrebbero farti guadagnare un bel gruzzolo. Soprattutto, se si possiede la versione Stemma. Il dettaglio da verificare è: la presenza dello stemma di casa Savoia, e il collo del Re sulla parte frontale. Se è lungo, allora deve arrivare sul bordo della moneta. E si ha la versione corretta.
Nel caso in cui il collo fosse corto, si nota per lo spazio che lascia. Infine, è bene controllare anche la zecca: se sotto l’anno c’è la lettera T, si ha la versione di Torino, se si ha la lettera M, allora si ha la versione di Milano. Delle differenze, che possono determinare il suo valore finale.
In ogni caso, se si possiede questa versione, è bene sapere che si tratta di una moneta, che allo stato attuale, può arrivare a valere fino a 100 mila euro. Un tesoro inestimabile, che rappresenta un vero e proprio record, almeno nel mondo della numismatica.
Come nascono le monete da 20 centesimi
Le monete da venti centesimi hanno iniziato a essere prodotte, nel 1862, dopo l’Unità d’Italia. Quando, appunto, è stata approvata una nuova legge monetaria. Cosi, per sostituire le monete da 25 centesimi, in circolazione fino a quel momento, sono arrivate quelle da 20 centesimi in argento.
Peso di 2,5 grammi e diametro di 18 mm. Da un lato, come detto prima, raffiguravano il Re Vittorio Emanuele, rivolto verso destra, e sulla parte opposta, lo stemma di casa Savoia. O, in alternativa, anche il valore numerico. Una differenza di non poca importanza, che modificava anche il valore finale.
Oltre a questo, sicuramente, un fattore unico e importante: lo stato di conservazione. Cosi come per altre monete, un pezzo da 20 centesimi, che arriva oggi, tra le nostre mani, in FDC (Fior di Conio), vale sempre di più rispetto ad un pezzo che presenta: ossidazione o problemi di vario genere.
Per concludere
Ad ogni modo, il consiglio finale, resta sempre lo stesso, ovvero quello di rivolgersi ad un esperto del settore, che possa essere in grado di fare una valutazione. E capire, realmente, che cosa si possiede. E poi, decidere come procedere, e quali passaggi successivi intraprendere, da li in poi.
Solo dopo una attenta valutazione, si può pensare di vendere la moneta, usando i canali appropriati, come: aste online, mercatini, passaparola. E cosi via. Di sicuro, un ritrovamento del genere, cambia la vita di tutti, e non solo per il valore economico, ma anche per quello storico, che la moneta custodisce.